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Perché leggere un libro di poesia? È questa la domanda. Ed è una bella domanda. La poesia, come linguaggio altro, cioè diverso, resta un ambito spesso vittima di pregiudizi e, soprattutto per questo, poco conosciuto. Non è così strano in fondo, soprattutto in un mondo rapido, smart (come dicono in molti), pragmatico e in continua evoluzione, dove la lentezza, la meditazione e l'introspezione, che contraddistinguono questo tipo di arte, risuonano troppo spesso come superate, obsolete, un vero e proprio anacronismo. Una risposta adeguata alla domanda iniziale potrebbe trovarsi proprio in questo, nel recupero di quella tendenza alla riflessione che è propria della poesia, di quella dilatazione del tempo necessaria a un'indagine tanto emozionale quanto razionale, propria di uno stile che fonda la sua essenza sull'analisi della parola e del suo profondo e plurale significato.